Largest contentful paint: cos’è e di cosa si tratta

Largest contentful paint: cos’è e di cosa si tratta

La velocità di caricamento di una pagina web è un fattore determinante per la qualità dell’esperienza utente e per l’efficacia delle strategie di marketing online. Un sito lento tende ad aumentare il tasso di abbandono e a ridurre le conversioni, mentre un caricamento rapido favorisce l’interazione, la permanenza e il completamento di azioni chiave.

Metriche come il Largest Contentful Paint consentono di misurare in modo oggettivo uno degli aspetti più rilevanti della performance: il tempo necessario affinché l’elemento principale della pagina diventi visivamente completo.

Oggi che si compete sempre di più per l’attenzione degli utenti, ottimizzare il LCP significa ridurre le attese percepite e offrire una navigazione più fluida, con effetti diretti sulla visibilità organica, sulle campagne a pagamento e sulla soddisfazione del pubblico.

Cos’è il Largest Contentful Paint

Il Largest Contentful Paint misura il tempo necessario perché l’elemento principale di una pagina — solitamente immagini di grandi dimensioni o blocchi di testo rilevanti — diventi visibile all’utente. A differenza di altre metriche che si concentrano sulle prime fasi del caricamento o sulla stabilità visiva, l’LCP rappresenta il punto in cui il contenuto essenziale è effettivamente disponibile, offrendo un’immediata percezione di velocità e funzionalità.

Questa metrica assume un ruolo critico nell’esperienza utente: una pagina che mostra rapidamente il suo contenuto principale riduce l’incertezza, mantiene alta l’attenzione e favorisce l’interazione. Al contrario, un caricamento lento del primo elemento rilevante crea attriti cognitivi, aumentando la probabilità di abbandono e compromettendo l’efficacia delle azioni successive, dalla navigazione all’acquisto. Per gli utenti, la velocità di reazione non è un fattore astratto, ma un indicatore diretto di professionalità e affidabilità.

Nel contesto competitivo odierno, monitorare e migliorare il Largest Contentful Paint significa intervenire su uno degli aspetti più tangibili della percezione qualitativa di un sito. Non si tratta solo di rendere più efficiente il caricamento tecnico delle pagine, ma di costruire fiducia, consolidare la soddisfazione e agevolare il percorso utente verso gli obiettivi di conversione.

Largest contentful paint: cos’è e di cosa si tratta

Come viene misurato il Largest Contentful Paint

Data la sua natura, piuttosto che considerare l’intero processo di caricamento, con il LCP l’attenzione si focalizza su ciò che visivamente pesa di più per il visitatore.

La misurazione del LCP avviene attraverso dati ottenuti attraverso la simulazione del caricamento e dati reali. I primi permettono di individuare problemi in ambienti controllati, non influenzati da condizioni di rete o dispositivo; i secondi riflettono l’esperienza concreta degli utenti sul campo. Strumenti come PageSpeed Insights o Lighthouse supportano entrambe le modalità, offrendo viste complementari sulla performance.

Gli elementi che incidono sul LCP includono immagini di grandi dimensioni, video incorporati e blocchi di testo rilevanti. Dettagli come il caricamento di immagini fuori scala, risorse di terze parti non ottimizzate o utilizzo inefficiente di lazy loading possono rallentare significativamente questo momento chiave.

Poiché il LCP considera solo ciò che è immediatamente visibile senza necessità di scroll, la gestione accurata del contenuto “above the fold” diventa essenziale per ottenere risultati concreti e migliorare l’interazione sin dai primi secondi di navigazione.

Qual è un buon punteggio per il Largest Contentful Paint

Il valore del Largest Contentful Paint viene espresso in secondi e rappresenta il tempo necessario affinché l’elemento principale di una pagina venga caricato e visualizzato. Secondo i parametri stabiliti da Google, un buon punteggio di LCP è inferiore a 2,5 secondi. Un caricamento avvenuto tra 1,2 e 2,5 secondi è considerato funzionale ma con margini di miglioramento, mentre valori superiori a 2,5 secondi indicano un’esperienza insoddisfacente dal punto di vista dell’utente.

È importante sottolineare che queste soglie non sono arbitrarie: derivano dall’analisi del comportamento di milioni di utenti reali. Tempi di risposta superiori a 2,5 secondi, infatti, correlano statisticamente con un aumento dei tassi di abbandono e con una minore probabilità di conversione nelle fasi successive della navigazione.

L’obiettivo dell’ottimizzazione dovrebbe quindi essere duplice: mantenere il LCP sotto i 2,5 secondi per rispettare gli standard attuali, ma anche puntare a valori inferiori a 1,2 secondi laddove possibile, a seconda delle caratteristiche del pubblico di riferimento e della tipologia di contenuti presenti.

Come migliorare il Largest Contentful Paint: le strategie più efficaci

Le azioni più rilevanti per l’ottimizzazione del Largest Contentful Paint riguardano tre ambiti principali: infrastruttura, gestione delle risorse e ottimizzazione del rendering (per maggiori informazioni per velocizzare WordPress, ad esempio si può prendere spunto da questo articolo).

Sul piano infrastrutturale, l’adozione di soluzioni come Content Delivery Network (CDN) riduce la latenza avvicinando i contenuti agli utenti finali. Migliorare i tempi di risposta del server, attraverso server più performanti o configurazioni di caching appropriate, consente di ridurre in modo significativo il primo blocco di attesa.

Per quanto riguarda le risorse, è essenziale ottimizzare immagini e video — spesso responsabili dei rallentamenti — attraverso formati compressi, caricamento differito (lazy loading gestito correttamente) e definizione di dimensioni esplicite per evitare il reflow del layout. Parallelamente, la riduzione delle dimensioni dei file CSS e JavaScript, tramite processi di minificazione e compressione, limita i tempi di parsing e di esecuzione.

Infine, a livello di rendering, eliminare blocchi critici nella catena di caricamento, caricare le risorse in modo asincrono o differito e dare priorità visiva agli elementi above-the-fold consente di anticipare la percezione di completamento della pagina. Ogni intervento dovrebbe essere validato attraverso misurazioni continue su dati reali, per verificare l’efficacia delle ottimizzazioni nelle condizioni d’uso effettive.