SEO per siti in più lingue – best practice

SEO per siti in più lingue – best practice

Un’impresa attiva a livello nazionale decide di espandere il proprio business e di aprirsi al mercato internazionale. Per farsi conoscere, vuole trasformare il proprio sito web in un sito in più lingue. Facendo affidamento sull’ottimo posizionamento già raggiunto nei motori di ricerca, decide di limitarsi all’inserimento di un selettore di lingua e di ricorrere alla traduzione automatica dei contenuti. Questa scelta, purtroppo, oltre a non permetterle di raggiungere gli obiettivi stabiliti, penalizza il sito e fa perdere posizioni in SERP anche alle pagina in precedenza ben posizionate.

I siti in più lingue sono essenziali per aziende e professionisti che vogliono raggiungere clienti in tutto il mondo o, più semplicemente, intercettare le minoranze linguistiche di una specifica area geografica. Quando però vengono realizzati in modo superficiale, senza che sia posta la dovuta attenzione a fattori come l’organizzazione, l‘adeguatezza dei link, la revisione dei contenuti, la chiarezza degli URL, perdono efficacia e possono causare non pochi problemi, arrivando addirittura rovinare tutto il lavoro fatto in precedenza. Questo avviene sia a causa della mancata aderenza ai reali bisogni degli utenti sia per via di problemi legati alla SEO o, più esattamente, alla SEO multilingue. Questa guida focalizza l’attenzione in modo specifico su questo secondo problema.

Di seguito verranno presentate una serie di best practice utili per ottimizzare il posizionamento sui motori di ricerca di siti web, eCommerce, blog in più lingue e farsi trovare dal target desiderato.

Che cos’è la SEO multilingue

La SEO multilingue è quel ramo della Search Engine Optimization finalizzato a migliorare il posizionamento dei contenuti in più lingue di siti web, eCommerce, blog sui motori di ricerca a livello locale, nazionale o internazionale, a seconda del mercato e del target di riferimento.

Proprio come la SEO tradizionale, anche quella per i siti in più lingue, per posizionare bene pagine e contenuti, tenere conto di fattori come la reputazione del sito, la capacità di attrarre e trattenere utenti, la qualità e pertinenza dei contenuti, il risultato dei rilevamenti dei bot, la velocità di caricamento delle pagine. Per dare dei buoni risultati, richiede però l’applicazione di strategie mirate.

SEO per siti in più lingue: che cosa tenere presente

Perché l’ipotetica impresa dell’esempio iniziale, pur partendo da un sito web mono lingua basato su un’efficace strategia SEO, non è riuscita a raggiungere i propri obiettivi di posizionamento in più lingue? Il motivo è semplice: ha scelto la strada più rapida e semplice per portare subito online pagine tradotte, senza tenere conto dei tanti elementi che, in un contesto multilingue, fanno la differenza.

Sebbene possa sembrare la scelta migliore, la semplice traduzione di pagine, articoli, schede prodotto e di qualsiasi altro contenuto presente su un sito non riesce, nella maggior parte dei casi, né a soddisfare gli intenti di ricerca degli utenti né ad assicurare un ranking favorevole e garantire un buon posizionamento sui motori di ricerca. I problemi principali sono dati:

  • dai contenuti: per quanto riguarda gli utenti, a causa delle differenze culturali e non solo, i contenuti possono funzionare bene in una certa lingua o in certe nazioni e funzionare male in altre lingue o altri Paesi. Per ciò che concerne i motori di ricerca, in mancanza delle giuste strategie, potrebbe verificarsi un rilevamento di contenuti duplicati;

  • dalle parole chiave: proprio come i contenuti, anche le parole chiave possono performare bene in una lingua, permettendo di raggiungere il target scelto, e male in un’altra. Oltre a questo, anche quando una parola chiave risulta idonea alla strategia SEO di diverse lingue, la sua traduzione letterale potrebbe risultare scorretta o comunque poco idonea al nuovo contesto;

  • dai link interni ed esterni: per posizionare bene un sito e offrire collegamenti utili ad approfondire gli argomenti trattati, non è sufficiente tradurre gli anchor text, lasciando invariate le pagine linkate. Gli utenti finirebbero infatti per essere indirizzati verso siti, pagine, articoli scritti scritti in una lingua diversa da quella da loro conosciuta o preferita;

  • dalla struttura degli URL: gli URL rivestono un ruolo molto rilievo nelle strategie SEO. Quando sono poco chiari o non differenziati in modo corretto, rendono più difficile il compito dei bot e riducono le possibilità di ottenere un buon posizionamento per tutte versioni del sito;

  • dai metadati: tra i problemi più comuni che possono rendere difficile o impedire il buon posizionamento dei siti in lingue diverse rientra la loro mancata o scorretta traduzione.

Questi problemi possono essere affrontati e superati ricorrendo a buone pratiche relative alla corretta gestione delle traduzioni, dei link, delle strutture degli URL, della sitemap, alla ricerca delle parole chiave più performanti, alla scelta dei contenuti, all’uso dell’hreflang.

SEO per siti multilingua: i passaggi preliminari

Affinché le strategie SEO multilingua risultino davvero efficaci, è necessario, ancora prima di mettere mano al sito, dedicare il giusto tempo all’analisi del nuovo pubblico di riferimento, delineando correttamente le caratteristiche del target da raggiungere e del contesto culturale. Questo passaggio è fondamentale in quanto ogni comunità ha esigenze, aspettative, obiettivi, gusti, necessità, modi di esprimersi propri, che influiscono in modo diretto sulla scelta dei contenuti da proporre, del tono da utilizzare, dello stile. Comprendendo tali differenze, si sarà in grado di proporre contenuti mirati, fondamentali per attrarre gli utenti, mantenerli a lungo sul sito e migliorare il posizionamento.

In presenza di un sito mono lingua già attivo e ben posizionato, dopo aver definito il profilo dei nuovi utenti, è necessario analizzare con attenzione e in modo oggettivo tutti i contenuti presenti e individuare i contenuti che:

  • con le giuste modifiche culturali e lessicali possono portare valore anche al nuovo pubblico: questi testi possono essere tradotti, modificati e inseriti nella nuova versione del sito

  • non presentano elementi di interesse per il nuovo pubblico: questi testi possono essere mantenuti nella versione originale del sit, ma devono essere esclusi da quella nuova e sostituiti con materiale più idoneo.

Le migliori pratiche SEO per i siti multilingua

La keyword research

Arrivati a questo punto si possiedono tutte le informazioni indispensabili per dare inizio all’implementazione del sito multilingua e, soprattutto, alla sua ottimizzazione per i motori di ricerca. La prima best practice SEO che si può mettere in atto riguarda la ricerca delle parole chiave.

Sebbene in alcuni casi chi dispone già di un sito mono lingua ben posizionato possa limitarsi a tradurre quelle in uso, in molti altri questo non sarà sufficiente. Target e contesto culturale potrebbero infatti rendere più efficaci particolari varianti della stessa parola chiave – dunque non traduzioni letterali – oppure keyword del tutto diverse. In questo secondo caso, si dovrebbe naturalmente procedere anche con la stesura di contenuti totalmente nuovi e mirati.

Per ottenere buoni risultati e fare in modo che ogni variante linguistica del sito si posizioni nel modo desiderato per parole chiave davvero utili, bisogna individuare quelle che:

  • rientrano tra le più popolari e ricercate nelle diverse lingue e/o nei diversi Paesi per i quali si desidera ottenere visibilità e posizionamento

  • siano in linea con i contenuti del sito, i prodotti o i servizi offerti e via dicendo.

La ricerca delle parole chiave può essere effettuata ricorrendo a strumenti dedicati che permettono di filtrare i risultati per lingua e nazione, così da ottenere risultati mirati e pertinenti.

Gestire correttamente le traduzioni

Per creare un sito multilingua davvero efficace e in grado di posizionarsi bene in tutte le lingue desiderate, è importante evitare le traduzioni letterali e modificare, quando necessario al fine di adeguare i testi alle aspettative e alle abitudini linguistiche e culturali del pubblico in target, unità di misura, formati delle date e degli orari, riferimenti culturali e via dicendo. Oltre a questo, è importante ricordare che non è sufficiente riscrivere nella nuova lingua i titoli e i testi di articoli, pagine di presentazione, landing page, schede prodotto. La traduzione deve essere integrale e riguardare anche tutti gli elementi del sito, dai menù ai moduli di contatto, passando per gli alt delle immagini, le etichette e via dicendo. In questo modo si riusciranno ad adattare al nuovo target tanto i testi quanto l’interfaccia del sito e si potrà garantire una buona user experience, favorita da facilità di navigazione, accessibilità e coerenza. Tutti questi fattori possono aiutare a trattenere i visitatori sul sito e a migliorarne il posizionamento; la coerenza inoltre, è utile ricordarlo, gioca un ruolo chiave nella SEO multilingue, in quanto facilita il lavoro dei bot e aumenta le probabilità di ottenere buoni posizionamenti.

Tra gli elementi da tradurre, ottimizzare e adattare al nuovo contesto culturale rientrano anche i metadati, in particolare i tag title e le meta description. Utili per definire il modo in cui le pagine del sito verranno mostrate nei motori di ricerca, permettono, da un lato, di fornire ai bot informazioni aggiuntive circa il contesto e, dall’altro, se ben strutturati e sufficientemente accattivanti, di ottenere un numero maggiore di visite.

Per quanto riguarda le modalità di traduzione, è possibile sia affidarsi a dei traduttori professionisti sia ricorrere a strumenti per la traduzione automatica, tradizionali o basati sull’intelligenza artificiale. Questa seconda opzione, più rapida ed economica, necessita di qualche precauzione in più prima della messa online dei testi e degli elementi tradotti. Fondamentale effettuare un’attenta rilettura, controllare la correttezza grammaticale, sintattica e lessicale, valutare i riferimenti culturali e apportare manualmente, laddove necessario, le opportune modifiche.

Creare collegamenti efficaci

I link, ossia i collegamenti ipertestuali, costituiscono l’ossatura del web e giocano un ruolo molto importante nella SEO, sia tradizionale sia multilingua. Utili per aiutare gli utenti a trovare informazioni aggiuntive o a raggiungere le pagine e i contenuti di loro interesse, permettono ai motori di ricerca di comprendere la struttura del sito (link interni) e di valutarne l’autorevolezza (link in entrata).

Nel momento in cui si crea un sito multilingua ex novo o si decide di ampliare il target di uno già online, aggiungendo versioni in più lingue, è indispensabile prestare attenzione ai link e fare in modo che:

  • i link interni e quelli in uscita rimandino a contenuti utili e pertinenti, scritti nella stessa lingua della pagina di partenza. Evitare, ad esempio, di collegare un articolo di blog scritto in inglese a un prodotto con descrizione e caratteristiche scritte in italiano

  • I link in entrata provengano da siti autorevoli, pertinenti e preferibilmente scritti nella medesima lingua.

Ottimizzare la struttura degli URL

URL ben strutturati forniscono ai motori di ricerca importanti informazioni e li aiutano a comprendere, indicizzare e assegnare un posizionamento alle pagine del sito. Nel caso dei siti in più lingue, devono, tra le altre cose, far capire in modo chiaro ai bot per quale lingua e/o nazioni devono essere indicizzati.

Per ottimizzare in tal senso la struttura degli URL di un sito multilingua si può ricorrere a una delle seguenti opzioni:

  • usare delle sottocartelle: questa soluzione prevede la creazione, all’interno del dominio principale, di diverse cartelle, ognuna destinata ad accogliere tutto il materiale relativo a una specifica versione del sito multilingua. In questo caso, l’URL sarà composto dal dominio principale seguito da uno slash e dal nome della cartella relativa alla lingua o nazione selezionata. Se ad esempio l’URL della home page del sito fosse “www.sitoesempio.com”, utilizzando le sottocartelle si potrebbe “www.sitoesempio.com/fr” per la homepage della versione in francese, “www.sitoesempio.com/en” per quella in inglese e così via. Per comodità e chiarezza, ma soprattutto per aiutare i motori di ricerca, è consigliabile utilizzare, come nomi delle cartelle, i codici di due lettere relativi alle lingue, facendo riferimento al formato ISO 639-1.

  • ricorrere ai sottodomini: questo metodo, attivabile tramite l’acquisto di domini di terzo livello, permette di identificare le versioni del sito in più lingue tramite i nomi a essi assegnati. Questi risultano posizionati all’inizio dell’URL, prima del dominio di secondo livello. Riprendendo l’esempio precedente e utilizzando sempre i codici delle lingue, si potrebbe avere “fr.sitoesempio.com” per la homepage francese, “en.sitoesempio.com” per quella inglese e via dicendo;

  • acquistare domini separati: terzo metodo per ottimizzare la struttura degli URL, consiste nell’acquistare un domino per ogni versione linguistica o nazionale del sito e permette, a seconda della strategia scelta, di differenziare il dominio di secondo livello o, meglio ancora, quello di primo livello. In questo secondo caso, è possibile scegliere per ogni versione il ccTLD (Country Code Top Level Domain) più idoneo e avere, al posto di “www.sitoesempio.com” seguito o preceduto dal codice paese, URL più puliti e ordinati come “www.sitoesempio.fr”, “www.sitoesempio.de”, “www.sitoesempio.it”, “www.sitoesempio.en” eccetera.

Sconsigliato è invece l’uso di parametri come “?lang=” o “?language=“ seguiti dal codice della lingua o della nazione. Oltre a rendere l’URL meno leggibile, possono causare problemi di indicizzazione e di contenuti duplicati.

Ognuna delle soluzioni indicate offre vantaggi e svantaggi ben precisi, e risulta preferibile in situazioni diverse. In particolare, il metodo delle sottocartelle, semplice da attuare e più economico rispetto agli altri due, permette di sfruttare l’autorevolezza del dominio principale e di indicizzare rapidamente i contenuti, ma offre un segnale di geolocalizzazione piuttosto debole. Per questo motivo, risulta la scelta migliore in caso di siti multilingua che propongono i medesimi contenuti tradotti in più lingue (e adattati al contesto culturale), mentre è meno efficace in caso di progetti di internazionalizzazione che puntano non solo sulle varianti linguistiche, ma anche sulla forte diversificazione dei contenuti in diversi Paesi.

I sottodomini e i domini separati hanno costi maggiori e devono costruire da zero la propria autorità; nonostante questo, dato il più elevato segnale di geolocalizzazione trasmesso ai motori di ricerca e la netta separazione tra i siti, risultano più idonei per la SEO di progetti di internazionalizzazione che puntano su una netta diversificazione tra le diverse versioni linguistiche e nazionali. I domini di primo livello, in particolare, presentano la struttura migliore e, abbinati a sottocartelle o sottodomini, consentono di differenziare in modo chiaro e ben definito non solo le diverse versioni del sito in più lingue, ma anche le varianti linguistiche dei siti multilingua destinati ai diversi Paesi.

Usare l’hreflang

Hreflang” è un attributo che segnala ai motori di ricerca le diverse versioni linguistiche e, quando applicato, nazionali di una pagina. Il suo corretto utilizzo permette di mostrare agli utenti che parlano una determinata lingua o che si connettono da una specifica area geografica la versione corretta del sito. Oltre a questo, evita che i bot interpretino le pagine tradotte come contenuti duplicati e applichino delle penalizzazioni di posizionamento o, nel peggiore dei casi, non li indicizzino.

A seconda dei casi, può essere inserito:

  • nell’head delle pagine HTML, come attributo del tag <link>: soluzione più comune e diffusa, è interpretata correttamente da tutti i motori di ricerca e risulta preferibile per siti di piccole o medie dimensioni. La struttura del codice è la seguente:

<head>

<link rel=“alternate” href=“URL-versione-in-lingua” hreflang=“codice-lingua/codice-nazione” />

…

</head>

URL-versione-in-lingua” deve essere sostituito dall’indirizzo della pagina in lingua, ad esempio “www.sitoesempio.com/fr”, e “codice-lingua/codice-nazione” dai codici standardizzati ISO 639-1 (per le lingue, da inserire obbligatoriamente) e ISO 3166-1 Alpha 2 (per le nazioni e da inserire solo quando necessario);

  • nella sezione <url> della sitemap, dopo il tag <loc> e come attributo dell’elemento <xhtml:link>: questa opzione, ideale quando si gestiscono siti di grandi dimensioni composti da migliaia di pagine o tradotti in numerose lingue, aiuta a ridurre gli errori di codifica. Questa la struttura:

<url>

<loc>url-pagina-di-riferimento</loc>

<xhtml:link rel=“alternate” href=“URL-versione-in-lingua” hreflang=“codice-lingua/codice-nazione”>

…

</url>
  • nell’intestazione HTTP, all’interno del campo “Link”: questa è la scelta preferite quando si forniscono contenuti e risorse statiche non HTML come le immagini, i PDF, i video, nonché ogni qualvolta non si abbia la possibilità di intervenire direttamente sul codice HTML o sulla sitemap. La trattura da seguire è questa:

Link: <https://URL-versione-in-lingua>; rel=“alternate”; hreflang=“codice-lingua/codice-nazione”.

Sebbene, come si può vedere, i codici varino leggermente a seconda del metodo scelto, tre elementi sono sempre presenti:

  • l’attributo rel=“alternate”

  • l’indicazione dell’URL della pagina in lingua che si intende segnalare ai bot, inserito come valore di “href” (nel codice HTML e nella sitemap) o preceduto da”https://” (nell’intestazione HTTP)

  • i codici standardizzati della lingua (obbligatorio) e della nazione (facoltativo), inseriti come valori di “hreflang”.

Per una strategia SEO ottimale, è necessario inserire tanti hreflang quante sono le versioni del contenuto in lingua e/o nazionali che si desidera segnalare ai motori di ricerca. Dunque, per fare un semplice esempio, se la pagina “www.sitoesempio.it/chi-siamo” fosse disponibile anche in una versione francese, in due versioni inglesi, una destinata agli utenti del Regno Unito e una a quelli degli USA, e in due versioni spagnole, una per gli utenti della Spagna e uno per i madrelingua spagnoli residenti negli Stati Uniti d’America, il codice da inserire nell’HTML sarebbe il seguente:

<head>

<link rel=“alternate” href=“www.sitoesempio.it/chi-siamo” hreflang=“it” />

<link rel=“alternate” href=“www.sitoesempio.fr/qui-sommes-nous” hreflang=“fr” />

<link rel=“alternate” href=“www.sitoesempio.uk/about-us ” hreflang=“en/GB” />

<link rel=“alternate” href=“www.sitoesempio.us/en/about-us” hreflang=“en/US” />

<link rel=“alternate” href=“www.sitoesempio.us/es/quem-somos” hreflang=“es/US” />

<link rel=“alternate” href=“www.sitoesempio.es/quem-somos” hreflang=“es/ES” />

</head>

Come si può notare, tra gli hreflang è inclusa anche la pagina che ospita il codice.

Questa lista deve essere inserita in tutte le versioni linguistiche e nazionali di ogni pagina.

Nel caso in cui fosse stata creata anche una versione neutra, da mostrare in assenza di una specifica per lingua o nazione, si potrà inserire, al termine della lista, il seguente codice:

<link rel=“alternate” href=“www.sitoesempio.com” hreflang=“x-default” />

Ottimizzare le sitemap

Le sitemap, se strutturate correttamente, aiutano i motori di ricerca a navigare il sito, analizzarlo, comprenderlo e individuare le diverse versioni linguistiche e nazionali.

Per ottimizzarle, oltre a inserire i già citati hreflang, è possibile raggruppare tutti gli URL in base alla lingua e/o alla nazione a cui sono destinati e realizzare mappe separate per ogni versione linguistica e/o nazionale. Quest’ultimo passaggio è utile in particolare per i siti web composti da molte pagine.

Tra le altre buone pratiche riguardano quelle tipiche per una corretta gestione delle sistema, ossia:

  • l’aggiornamento regolare, fondamentale per segnalare rapidamente ai bot dei motori di ricerca cambiamenti riguardanti l’aggiunta, la modifica, l’eliminazione di URL per una o più lingue

  • lassegnazione di priorità agli URL, da definire in base a fattori come la frequenza di aggiornamento e la rilevanza

  • linvio ai principali motori di ricerca.

Ottimizzare l’esperienza utente con il selettore di lingua

Il selettore multilingua è un elemento che non dovrebbe mai mancare nei siti in più lingue. Indispensabile per garantire una buona user experience, permette agli utenti di visualizzare i testi nella lingua a loro più nota e di spostarsi tra le varie versioni nazionali del sito, così da usufruire dei contenuti a loro dedicati. Questi fattori, aiutando ad aumentare i tempi di permanenza sul sito e a favorire il ritorno dei visitatori, incidono sul posizionamento e rendono a tutti gli effetti il corretto inserimento del selettore una best practice SEO.

Per ottenere buoni risultati è consigliabile:

  • collocare i selettori in punti ben visibili delle pagine del sito, preferibilmente nell’header o in un’area fissa che rimanga sempre visibile;

  • evitare l’uso esclusivo delle bandiere, le quali, identificando i Paesi e non le lingue, potrebbero generare confusione, soprattutto in caso di siti multilingua con più versioni linguistiche per ogni nazione;

  • utilizzare etichette testuali, utilizzando i codici ISO standardizzati oppure in nome della lingua nella sua versione nativa, ossia “italiano” per indirizzare gli utenti verso il sito in lingua italiana, “Español” indirizzarli verso il sito in spagnolo, “Deutsch” per quello in tedesco e così via.

Indispensabile inoltre puntare su soluzioni accessibili che rispettino gli standard WCAG.

Rispettare le norme locali

Per posizionare bene i siti in più lingue è necessario prendere in considerazione anche le norme locali. In particolare, per non avere problemi e supportare al meglio la strategia SEO, bisogna tenere conto di normative e regolamenti relativi:

  • alla privacy

  • al trattamento e protezione dei dati

  • ai requisiti minimi di accessibilità

  • alla vendita di prodotti

  • alle pubblicità e ai contenuti che è possibile condividere, in particolare quando si trattano argomenti particolari come quelli medici o finanziari.

SEO dei siti in più lingue con WordPress: i migliori plugin

Per applicare le principali best practice SEO ai siti multilingue realizzati con WordPress, è possibile ricorrere a una serie di ottimi plugin gratuiti o a pagamento, tra i quali spiccano WPML, Polylang e TranslatePress.

Progettati per aiutare a creare, gestire e organizzare siti multilingua in modo rapido e senza competenze tecniche, sono compatibili e integrabili con SEO plugin come Yoast o RankMath e mettono a disposizione funzioni utili anche per l’ottimizzazione per i motori di ricerca. Tali funzioni variano a seconda dello strumento scelto e vanno dalla traduzione automatica di tutti gli elementi del sito all’ottimizzazione degli URL.

WPML

SEO per siti in più lingue – best practice

WPML è uno dei plugin più completi per la creazione e gestione dei siti in più lingue, nonché per l’ottimizzazione per i motori di ricerca. Disponibile esclusivamente a pagamento, è compatibile con i principali plugin SEO e consente di:

  • tradurre ogni elemento del sito in modo automatico o ricorrendo a traduttori professionisti

  • ottimizzare gli URL scegliendo se dividere i contenuti nelle diverse lingue ricorrendo a cartelle virtuali, domini o sottodomini, o ai parametri

  • inserire automaticamente gli hreflang

  • aggiungere al sito web un menù o delle icone per la scelta della lingua.

Si tratta della soluzione perfetta per chi è in cerca di uno strumento professionale, semplice da utilizzare e in grado di supportare in modo ottimale la strategia SEO multilingua.

Polylang

Polylang è un plugin per siti multilingua di facile utilizzo che mette a disposizione, anche nella versione gratuita, tutte le funzioni necessarie per:

  • tradurre i contenuti e tutti gli elementi del sito, comprese le tassonomie, i tipi di post personalizzati, i feed RSS, i menù e i widget classici

  • ottimizzare gli URL ricorrendo ai parametri oppure a domini e sottodomini

  • aggiungere un selettore della lingua tramite widget o voce di menù.

Compatibile con Yoast, può essere installato dalla dashboard di WordPress, andando su “Plugin / Aggiungi plugin” e premendo “Installa” e poi “Attiva”.

SEO per siti in più lingue – best practice

Terminata l’installazione, premere “Esegui la configurazione guidata” per configurare subito le impostazioni base del sito multilingua.

SEO per siti in più lingue – best practice

I passaggi della configurazione guidata consentono di:

  • aggiungere le lingue che verranno utilizzate: scegliere le lingue dal menù a tendina “Seleziona una lingua da aggiungere”, premere “+ Aggiungi nuova lingua” per aggiungerle alla lista e, quando si è terminato, cliccare su “Continua”.

SEO per siti in più lingue – best practice

Come si può vedere, ogni lingua è affiancata dai codici ISO identificativi della lingua e della nazione, fondamentali per una corretta strategia SEO;

  • attivare la traduzione dei media: quando attiva, questa funzione traduce i testi allegati a immagini e video, ossia testi alternativi, descrizioni e titoli;

SEO per siti in più lingue – best practice

  • scegliere la lingua da assegnare di default agli articoli, alle pagine e alle tassonomie a cui non ne è ancora stata assegnata alcuna.

SEO per siti in più lingue – best practice

Terminati questi passaggi preliminari, si può tornare alla bacheca di WP (click sul pulsante “Torna alla Bacheca”) e procedere, oltre che con la creazione dei menu in ogni lingua e la traduzione dei contenuti, con alcune operazioni fondamentali per la SEO, ossia:

  • la modifica degli URL: per procedere, andare su “Lingue / Impostazioni” e cliccare “Impostazioni” in corrispondenza di “Modifiche dell’URL”.

SEO per siti in più lingue – best practice

Scegliere quindi se ottimizzare gli URL ricorrendo alle sottocartelle, ai sottodomini o ai domini e personalizzare le altre opzioni disponibili in base alle proprie preferenze. Per finire, cliccare “Salva le modifiche”;

  • l’aggiunta dei selettori di lingua: andare su “Aspetto / Menu”, spuntare la casella di fianco a “Lingue” e premere “Aggiungi menu”

SEO per siti in più lingue – best practice

Fatto questo, espandere la voce “Selettore di lingua” e scegliere il metodo o i metodi di visualizzazione preferiti.

SEO per siti in più lingue – best practice

Per finire, premere il pulsante “Salva menu”.

Se il tema in uso lo permette, è possibile inserire il selezionatore in un menu diverso da quello principale.

Dato che Polylang è perfettamente compatibile con Yoast, anche l’ottimizzazione dei metadati dei contenuti in più lingue risulta semplicissima. Per procedere, non si deve fare altro che accedere all’articolo o alla pagina da ottimizzare – o creare un nuovo contenuto -, visualizzare, nella barra laterale destra, le opzioni dell’articolo o della pagina, scorrere fino a “Lingue” e selezionare la lingua da ottimizzare.

SEO per siti in più lingue – best practice

Fatto questo, scorrere la schermata verso il basso, fino a visualizzare le impostazioni di Yoast, e personalizzare “Titolo SEO”, “Slug” e “Meta descrizione”.

TranslatePress

Altro plugin utile per supportare le strategie SEO dei siti WordPress in più lingue, TranslatePress è compatibile con la maggior parte dei temi e dei plugin e permette di tradurre rapidamente e direttamente dal front-end tutti gli elementi del sito, compresi i moduli di contatto e gli elementi dei page builder, gli shortcode. Oltre a questo, consente di posizionare il selettore di lingua non solo nel menu, ma, ricorrendo a uno shortcode, in qualsiasi punto della pagina.

La versione gratuita offre poche funzioni a supporto della SEO multilingua; per ottenere qualcosa in più, è necessario passare alla versione premium, la quale include numerosi add-on pensati per migliorarla. Tra questi rientrano il SEO Pack, l’Extra Language (la versione gratuita consente di affiancare, alla versione di default, una sola versione in altra lingua) e il TranslatePressAI.

Se si desidera provare la versione gratuita di questo plugin, installarlo come di consueto dalla dashboard di WordPress (“Plugin / Aggiungi plugin”).

SEO per siti in più lingue – best practice

Dopo l’attivazione, andare su “Impostazioni / TranslatePress” per iniziare subito a personalizzare il sito in più lingue e ottimizzarlo per i motori di ricerca. Tra le operazioni che può risultare utile effettuare rientrano:

  • la personalizzazione dello slug della lingua: TranslatePress aggiunge un identificatore della lingua nell’URL, senza creare sottocartelle fisiche e senza permettere di impostare metodi alternativi. È comunque possibile modificare lo slug, il quale di defaault è costituito dal codice lingua, in modo tale da adattarlo alla strategia SEO. Questa modifica può essere effettuata nella scheda “Generale”, nella sezione “Website Language”, in corrispondenza di “Slug”

SEO per siti in più lingue – best practice

  • i tipi di selettori lingua a utilizzare: questo plugin consente di inserire il selettore lingua tramite shortcode, voce di menu o selezione della lingua fluttuante. Per ognuna di queste modalità, è possibile impostare il metodo di visualizzazione preferito, scegliendo tra nome intero, nome breve, solo bandiera, bandiera affiancata dal nome intero o dal nome breve. per modificare queste impostazioni, rimanere nella scheda “Generale”, scorrere la schermata verso il basso, fino a “Selettore di lingua” e scegliere le impostazioni desiderate.

SEO per siti in più lingue – best practice

Prima di abbandonare la pagina, ricordarsi di cliccare su “Salva le modifiche”.